DEL PENSIERO CHE VIVE IL POLITICO , breve storia di una prassi arrischiante.
Una singolare scelta di campo, dopo molteplici esperienze lavorative grazie ad una laurea in giurisprudenza e tanta voglia di sperimentazione confluita poi nella professione forense, esercitata con spirito creativo facendo appello a quella scienza dello spirito dal quale la cultura occidentale estrapola il diritto per confinarlo in una sfera separata dalla vita e legata alla normatività statale come dispositivo performante i consociati.
Lontani dai patti sociali e sempre più costretti nelle pratiche da un sistema giuridico dallo sguardo panottico ogni avvocato che prenda le mosse per la sua azione dal bisogno di sostegno per emarginati, i senza diritto, extra-comunitari, clandestini non resta che affidarsi a strategie che coinvolgano più operatori ed in più settori per tentare di superare i molti limiti che la legge inscrive sulle nostre esistenze.
Per questo l’incrocio a Porta Capuana con il lan, fronte di una ricerca e di uno studio a partire dall’architettura come pensiero e dall’arte, come poiesis .
Poi con la costituzione del Forum Campania Rom, formalmente a latere, insieme ad Alexander Valentino, nello specifico percorso di tutela delle richieste del popolo rom, italiani, jugoslavi e rumeni negli anni della loro immigrazione dalla Romania quando non era ancora parte dell’Unione Europea, con l’imprinting di un intellettuale attivista rom della statura di Nicolae Gheorghe che ci coinvolse nel forum europeo a Calarasi nel 2013 dopo circa 13 anni di esperienze maturate nei reltà rom e un po’ dovunque in Italia.
Aiuti umanitari, lotte per l’accettazione della loro presenza nei piccoli centri abitati (oggi potremmo iniziare a parlare di un timido inserimento sempre con la dovuta cautela) opera di mediazione scolastica, intercessione con le comunità locali ed istituzioni, forze dell’ordine e soprattutto tentativi di socializzazione allargata oltre le loro realtà familiari e di clan.
Il mio punto di vista è quello di una responsabilità politica, non di partiti ma di sana politica, come un campo di intervento reso possibile dagli accadimenti.
Credo nella gratuità e nel radicamento e su questi binari il percorso che intercetta le mie possibilità.
La mia esperienza come immigrazionista non fu scelta ma accettata con gli immigrati: russi, senegalesi, pakistani bussavano alla mia porta di penalista.
Anche in Tribunale sono arrivati i primi rom.
Corsi in loro aiuto a causa della devastazione operata dalla legge Bossi-Fini (che modificò la Turco-Napolitano), legge per la regolazione dei flussi migratori, in quanto stranieri, anche se spesso in Italia da moltissimi anni.
Quella legge trasformò di fatto gli zingari, fino ad allora presenti e tollerati sul nostro territorio, in clandestini.
Non esercito più attività legale anche se una sorta di studio è ancora in essere, sto lavorando attualmente ad un resoconto delle attività svolte in questi 20 anni in contemporanea ad un’opera poetica di scrittura come forma di vita, ma senza fretta.
ARTICOLI:
Da Jura Gentium, Rivista di filosofia del diritto internazionale e della politica globale
Riflessione a partire dall’esperienza dell’associazione Oasi Onlus